Archivio mensile:agosto 2008

Gatti coraggiosi

Aspirapolvere accesoP8280002

Aspirapolvere spento (ma davanti alla porta della stanza)P8280006

Una colpevole leggerezza qui

fini giannutri
Non ne hanno mai abbastanza.
Non basta essere la terza carica dello Stato, con tutti i privilegi che questo comporta.
Non bastano le vacanze in barca in luoghi esclusivi, le ville in luoghi esclusivi, la partecipazione a titolo gratuito in prima fila ad eventi esclusivi.
Bisogna assolutamente fare un’immersione in zona integrale di un Parco Nazionale.
E bisogna farlo da bordo di un mezzo dei Vigili del Fuoco.
Ma vaffanculo, va…

Ho appena ricevuto un invito per andare alla Mostra del Cinema di Venezia

venezia

Dobbiamo definire i dettagli e non ho ancora deciso, fra l’altro non ne ho nemmeno parlato in casa. Questo post è solo per controllare se il consorte legge il mio blog.

Raymond Queneau, Esercizi di stile – 1947

 

Su un autobus nell’ora di punta, un uomo dal collo lungo e con uno strano cappello in testa litiga con un viaggiatore che gli pesta i piedi. Poi si siede nel primo posto libero. Viene rivisto dopo due ore mentre discute con un amico che gli consiglia di spostare il bottone del suo soprabito.

 

 

Se questa storiella vi pare insignificante e priva di interesse, (invero lo è), è perché non siete Raymond Queneau: lui la riscrive in 99 modi diversi per stile, qualcuno obiettivamente un po’ forzato, ma l’effetto è gradevolissimo. Dovrebbe essere libro di testo in tutte le scuole.

Alcuni titoli: metaforicamente, animismo, sogno, pronostico, precisazioni, esitazioni, lettera ufficiale, telegramma, insistenza, ampolloso, anagramma, volgare, contadino, filosofico, ingiurioso, geometrico. Qualcuno da leggere con il vocabolario: sinchisi, litote, omoteleuti, poliptoti, apocopi, aferesi.

 

A proposito del testo a fronte, Umberto Eco in veste di traduttore, in quarta di copertina chiude così:

Omaggio, utile e devoto, a un grande artificiere che ci insegna a muoverci nella lingua come in una polveriera.

E per artificiere si intende Maestro dell’Artificio.

 

Grazie a mia sorella che me l’ha consigliato e alla biblioteca di casa, che lo possiede.

Mark Haddon, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – 2003

 

 Christopher è un quindicenne autistico alle prese con le indagini sull’uccisione del cane della vicina. La soluzione si svela dopo pochi capitoli (numerati con la progressione dei numeri primi), ma il vero giallo, quello che davvero avvince, è la logica mentale di Christopher.

Appassionato di matematica, vive la sua vita con matematica precisione, applicando schemi mentali inconsueti, rispondendo a logiche allo stesso tanto rigidamente ferree quanto sorprendentemente banali. È spiazzato dalle metafore, ossessionato dai colori (odia giallo e marrone, 5 macchine rosse di fila corrispondono a una giornata straordinaria, altrettante gialle significano giornata terribile), dai cibi che nel piatto non devono toccarsi, dalla folla. Ma, sa trovare la sua strada per sperimentare, crescere, vivere normalmente la sua diversità. Quasi tutte le risposte di Christopher appaiono buffe, alcune esilaranti, ma riflettendoci si scopre che sono molto più fondate e pertinenti di quelle che noi superficialmente daremmo.

 

Mark Haddon riesce nella non facile impresa di far apparire il disagio mentale come una risorsa, anziché come un handicap, perché con il suo occhio indagatore Christopher vede davvero il mondo che lo circonda nella sua interezza e nella sua complessità, aspetti che spesso sfuggono ai nostri occhi, non solo perché viviamo di fretta, ma perché ci manca un quid. L’autore ci lancia anche un monito, perché nella ripetitività maniacale di certe azioni e nell’occupare la mente con altro quando qualcosa ci angoscia, non siamo poi così diversi da Christopher. Questa sensazione di essere handicappata, già provata in occasione della prima lettura, quando il libro uscì, l’ho rivissuta tale e quale.

Leggendo il romanzo ci si sente tutti un po’ autistici,  anche se (quasi) nessuno fra noi alla domanda Quanti anni hai? Risponde contando anni, mesi e giorni, o all’esortazione Adesso sta’ zitto! chiede Per quanto?

Parentele

Se pensate che i gatti siano belli, la lince vi schianta.

Linx linx 3 Linx linx Linx linx 2

Il fotografo è un amico che è stato qui http://www.nationalpark-bayerischer-wald.de/ e che ha intitolato l’email in cui mi spediva le foto "Missione compiuta"

Pausa

Immagine 019

Ho cominciato alle 8.30 e non ho ancora finito. In questo periodo di calma lavorativa apparente, sto facendo un po’ di ordine generale; stamattina il pc mi ha fatto capire che o facevo pulizia anche da lui, o mi avrebbe abbandonato, per sempre.

Ho cominciato a masterizzare, trasferire, copiare, eliminare, pulire dischi, comprimere, e sono riuscita disfarmi di quasi 5 giga di spazio (che per il mio HD, vi sicuro, fa la differenza).

Ora ho lanciato il defrag e mi faccio un caffè doppio.

Dove eravamo rimasti?

 

Ah si, eravamo rimasti che si deve soffrire fino all’ultimo.

javier zanetti Al 90’ mi sentivo come dopo Inter-Siena: niente è perduto, macchec@tso, farsi rimontare due volte… e i bambini mostrati a San Siro avevano la stessa espressione stupita della figlia di S. dopo Inter-Siena, un’espressione che sembra dire ma se non abbiamo perso perché non si festeggia?

Così ho detto a Taribo che me ne sarei andata a letto. Non so che cosa scriverà lui, ma sappiate che anche lui non ha retto lo stress da supplementari+rigori.

 

Stamattina è arrivato un sms dell’amico S. che sta su un’isoletta greca, sms arrivato privo della prima parte e che terminava dicendo ma meritavamo noi, festeggio con l’ouzo. Dico a Taribo che probabilmente abbiamo perso.

Poi l’sms completo Vincere così contro la Roma è il massimo. Stavano già festeggiando ma meritavamo noi. E la mattina ha preso una piega diversa.

 

Ci sarà da soffrire (ma va?)

 

supermario balotelli

Note a margine:

Complimenti al barbiere (anzi, sicuramente lui avrà un hair stylist) di Figo. Il suo nuovo taglio di capelli è l’unica cosa positiva che ha mostrato ieri sera. Balotelli: perché non gioca sempre? Oltretutto i neri indossano i nostri colori meglio di chiunque altro.

Non è tempo per noi

(e forse non lo sarà mai)

 

Ti alleni, ti alleni, ti alleni.

Frequenti scuole speciali, perché quando passi 8 ore al giorni in piscina, palestra, pista, non hai accesso alle scuole dalle 8 alle 13.

Fai pochissime vacanze, vedi poco amici, familiari e conoscenti.

Hai sempre un occhio alla bilancia, alla dieta, niente alcool, pochi, pochissimi dolci. Pensi solo alla massa magra.

Tutto questo perché hai una fortissima passione e un sogno olimpico.

 

Poi scopri di vivere e gareggiare negli stessi anni di questi qua:

 

phelps Michael Phelps

vezzali Valentina Vezzali

isimbayeva Elena Isinbayeva

bolt Usain Bolt

 

E continui ad allenarti, pur sapendo che finché loro ci saranno, tu non avrai chances e quando loro scenderanno dal podio, forse per te sarà troppo tardi.

Ma continui, perché non hai altra scelta.

 

Forse intendono questo quando dicono che lo sport insegna a vivere

Tu me fais tourner la tête

Gaudi-House

Sto camminando sul lungomare di un paese sconosciuto, quando dal volto di un palazzo un uomo mi invita ad entrare.

Lo seguo, lui mi cinge il fianco con un braccio e mi accompagna in un borgo in cui tutte le case sembrano costruite da Gaudì e nell’aria risuonano le note di Mon manége à moi. I dialoghi fra me e l’uomo sono in francese

 È molto divertente, siamo consapevoli che sia un gioco, una forzatura, una cosa volutamente esagerata, ma è vissuta con lo spirito giusto e ci fa sentire leggeri; infatti il mio accompagnatore, vestito come un galantuomo, col cappello a tuba, ed io è come se camminassimo in assenza di gravità.

Mi accompagna in un salone allestito a festa, con in centro un gran tavolo pieno di bicchierini di liquore. Il cerimoniale prevede che ne beviamo mezzo ciascuno, lui promette che non mi dimenticherà mai e io sorrido divertita.

Usciamo e c’è un mercato all’aperto, tutto un susseguirsi di banchetti di fiori, profumi, trucchi, stole di seta, vestiti, scarpe, sandali, acconciature, sempre con quella musica in sottofondo.

 

Mi riaccompagna al punto di partenza, mi saluta col baciamano, rinnovando la promessa. Io gli dico Certo, fino alla prossima, lui sorride, mi sveglio.